Venezia e le sue isole: anima liquida

Scritto da Luciana Francesca Rebonato. Postato in Destinazione Italia

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A Venezia molto di più che ad Amsterdam, Burges o Pietroburgo - che pure le assomigliano – l’acqua è ovunque, penetra nei rii più stretti e ombrosi, scorre nei canali più larghi e luminosi e forma le vaste pianure liquide della laguna sulle quali – e dentro le quali – è edificata l’intera città.
Una destinazione che per questa sua caratteristica è sempre stata definita con frasi a effetto ed è indubbio che la preminenza della viabilità d’acqua conferisca un fascino struggente alla città.


La più completa integrazione tra la laguna e Venezia è il Canal Grande, il sicuro asse di riferimento da qualsiasi punto della località che nel suo percorso distribuisce l’acqua delle maree a una quarantina di rii minori. E oltre Venezia, ecco il suo disegno di isole: la distesa d’acqua, di barene e di isole che costituisce il delicato ecosistema lagunare ha conosciuto, prima di Venezia, altre civiltà.
Oggi restano i nomi e talvolta le pietre della molte isole abitate in tempi remoti e indissolubilmente legate alla storia dell’intero territorio: Eraclea, sorta nell’ora interrata laguna di Oderzo, Ammiana, sepoltura di dogi, fondata a sua volta su isole e ora ridotta a una zolla di terra, Constanziaca, dall’uguale sorte senza vestigia e Torcello, antica sede vescovile detronizzata da Venezia.

Torcello è un autentico gioiello che galleggia sulla linea dell’orizzonte, la più enigmatica delle isole con una cattedrale che merita da sola una visita, quella di Santa Maria Assunta. Una curiosità: sul trono in marmo che si trova all’esterno della cattedrale pare si sia seduto Attila quando attraversò l’Italia nel 452.
Sulla sponda delle celebrità spiccano anche le isole di Murano e della Giudecca, la prima sinonimo di vetro soffiato in tutto il mondo, la seconda partecipe della centralità del bacino di S. Marco. Chiamata anticamente anche “Spinalunga” per la sua forma a spina di pesce, l’isola della Giudecca ha attirato anche Michelangelo e, a proposito d’arte, va specificato che sull’isola si trova la chiesa di Sant’Eufemia - del IX secolo - cui se ne aggiunsero nel corso del XVI secolo altre due, ora celebri, quella delle Zitelle e quella del Redentore, entrambe progettate nientemeno che da Andrea Palladio.
E sempre a Palladio si deve, sull’isola di San Giorgio Maggiore, il progetto della chiesa dell’omonimo complesso conventuale benedettino di San Giorgio Maggiore che vanta una posizione invidiabile, proprio di fronte a piazza S. Marco.

Star indiscussa delle isole è il Lido, “l’Isola d'Oro” dei veneziani, esile striscia di terra lunga una dozzina di chilometri e larga al massimo tre, letteralmente presa d’assalto a settembre in occasione della Mostra del Cinema, il festival internazionale del cinema di Venezia.
Meno mondane sono le isole Burano e Mazzorbo, dai confini imprecisati e sfuggenti, con Burano diventata famosa verso la metà del XVI secolo per i suoi merletti, lavorazione promossa dalle nobili dame veneziane di allora. Collegata a Burano da un lungo ponte in legno è Mazzorbo: se i suoi antichi santuari e monasteri sono andati perduti sono state invece preservate alcune splendide abitazioni gotiche allineate lungo il canale così come la chiesa di Santa Caterina, nella quale lo stile romanico si intreccia mirabilmente al gotico. Il suo pittoresco campanile racchiude la più antica campana della laguna, risalente al 1318.

Luciana Francesca Rebonato
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