Cinque terre, stelle di mare

Scritto da Luciana Francesca Rebonato. Postato in Destinazione Italia

Cinque Terre






Nella Liguria di Levante l’Unesco accende i riflettori sulle Cinque Terre – per onor di cronaca anche su Portovenere e sulle Isole di Palmaria, Tino e Tinetto - in provincia di La Spezia. 


Siamo in prossimità dell’estrema propaggine orientale della regione, dove si dispiegano le Cinque Terre: cinque come le punte di una stella, assolutamente indivisibile, uno straordinario intreccio tra passato e presente permeato da seduzioni salmastre, diciotto chilometri di costa punteggiati da calette, speroni di roccia e promontori a picco sulle acque che rapiscono per la loro bellezza con terrazzamenti, palazzi e chiese che si protendono verso il mare.
Alle spalle, nel lembo di terra a ridosso dei monti, si estendono i circa quattromila ettari del Parco Nazionale delle Cinque Terre.

Da Genova verso La Spezia la prima delle Cinque Terre è Monterosso, poi vengono Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Monterosso significa due nuclei: quello di Fegina – brioso e famoso per la sua spiaggia - e quello medievale, che rimanda a storie di pirati e conquiste. Sulla sommità del colle retrostante, domina l’abitato il castello dei Fieschi. E Monterosso è mare e cultura, in virtù di Eugenio Montale, premio Nobel per la letteratura nel 1975, che qui trascorreva l’estate. Percorsi guidati vengono organizzati nel Parco Letterario a lui intitolato con un attore che legge alcune sue liriche celebri nelle quali si sente fortissimo il riflesso della presenza del mare che illumina la severa bellezza del paesaggio ligure.

Dopo Monterosso ecco Vernazza, le cui tipiche case colorate disposte intorno alla piazza principale risalgono l’anfiteatro roccioso che racchiude il porticciolo turistico già noto in epoca romana. Lo scenario è completato da due rocche saracene e da un’insolita chiesa, quella di Margherita d’Antiochia, in stile gotico-ligure e curiosamente disposta su due piani la cui abside e non la facciata prospetta sulla piazza principale della località.

Si prosegue con Corniglia, borgo posto un centinaio di metri più in alto delle onde che sferzano il promontorio su cui è arroccato. È il più piccolo comune delle Cinque Terre e anche il più alto sul livello del mare con una vista panoramica che raggiunge altezze altissime paragonabili a quelle del suo vino, noto fin dall’antichità: alcune anfore vinarie rinvenute a Pompei, infatti, riportano l’antico nome Cornelia.

A Manarola, che ricopre un enorme scoglio nero che digrada rapidamente verso un minuscolo approdo, nacque nel 1195 colui che sarebbe divenuto papa Innocenzo IV, della famiglia dei Fieschi. Piccola, con i resti di un castello medievale, Manarola è conosciuta per la Via dell’amore, del tratto Manarola-Riomaggiore. Un appellativo poetico che la dice lunga sulla suggestione di questo tracciato che collega le Cinque Terre lungo la costa e a picco sul mare. In realtà il percorso era stato creato nel 1920 per condurre a una polveriera, necessaria all’ampliamento della galleria. Nata nel modo più prosaico, la strada è diventata una delle attrazioni irrinunciabili delle Cinque Terre che terminano con Riomaggiore, dai tipici carruggi che serpeggiano fra le casette e sfociano in minuscole piazze, dalle case-torri medievali, sorte a scopo difensivo, che rimandano al castello quattro-cinquecentesco eretto in difesa dei saraceni. A sud di Riomaggiore, infine, a Punta di Montenero, si trovano fondali straordinari: l’ideale per avventure alla scoperta di un’eccezionale fauna marina.

Luciana Francesca Rebonato
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