Capri, Ischia e Procida: assolo di isole
Si sbarca a Capri e si ha l’impressione di non essere “usciti dal mondo” ma, al contrario, di entrare in un microcosmo vibrante di vita che appaga i sensi.
La vista per il panorama, l’olfatto per le fragranze della flora mediterranea, l’udito per la canzone della risacca in sottofondo e che si stempera nell’inarrestabile brusio della “Piazzetta” – definita “Il teatrino del mondo” per i personaggi celebri che ha accolto – e il gusto per le sfiziose specialità locali.
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Marina Grande con il suo porto brulicante di pescherecci e di aliscafi, di yacht e di barche accoglie gli amanti del mare con i suoi ineguagliabili faraglioni – Stella, Saetta e Scopolo -, grotte di ammaliante suggestione e morbide spiagge a ridosso di aspre pietraie.
Dai tavolini della Piazzetta si può ammirare in tutta comodità la Torre dell’orologio, il palazzo del municipio, la chiesa di S. Stefano - dalle cupole che le conferiscono un’aria vagamente mediorientale - mentre attorno alla Piazzetta si estende il quartiere medievale. Ma esiste anche una Capri lontana dalla Piazzetta, l’altro volto della destinazione, quello da scoprire per capirne il senso, a cui arrivare passando anche da terra attraverso cespugli di lentisco e coronella per arrivare alle spalle del Monacone, il quarto faraglione, il più basso, che si erge fiero dal mare.
Anacapri, l’altro comune dell’isola di Capri, è uno spaccato mondano immerso negli ulivi e nelle viti, circondato dallo scintillio del Tirreno. E ancora una volta, andiamo oltre il brusio della folla per la luminosità della Grotta Azzurra, nella quale danzano i colori creati dalla luce esterna che penetra attraverso la sua parte sommersa e che variano nelle ore del giorno e con il mutare delle condizioni atmosferiche. Dalla sala principale si accede, attraverso la galleria dei Principi, a un secondo ambiente, la sala dei Nomi e da qui a diversi budelli ancora in parte inesplorati. Per ammirare la sua prorompente bellezza si parte da Marina Piccola o da Marina Grande in motoscafo ma davanti alla grotta occorre trasbordare su piccole barche a remi. Ai provetti subacquei si consigliano le immersioni, ai meno esperti un’avventura con il piccolo sottomarino “Tritone” per raggiungere la profondità di quaranta metri.
Ogni isola è una perfetta simbiosi di terra e acqua e a Ischia l’acqua marina è una delle numerose forme in cui si declina l’elemento primordiale: nelle viscere di Ischia, infatti, si cela uno dei patrimoni idrotermali più ricchi e diversificati al mondo. Quanto alle spiagge, alcune sono davvero da non perdere: la spiaggia degli Inglesi, la spiaggia di Lacco Ameno, di Ischia Porto, la Baia di San Montano, la spiaggia di Cartaromana e quella di Citara, così chiamata in onore di Venere Citera.
La spiaggia più famosa di Ischia? Su tutte spicca quella dei Maronti, dove sfociano le acque calde delle sorgenti dell’Olmitello e Nitrodi.
Ed ecco, infine Procida, un mare di tranquillità, una gemma di quattro chilometri quadrati lambiti da un mare cristallino, con le cromie delle scogliere arse dal sole ed erose dal vento, cui fanno da contrafforte i toni accesi della macchia mediterranea. Le spiagge? Si può iniziare da quella della Coricella per poi proseguire con quella della Ghiaia. La prima è una bella insenatura semicircolare, nell’antichità cratere e oggi borgo marinaro dove è possibile affittare una barca e poi salpare per avventure a tutto mare, la seconda, invece, è raggiungibile solo a piedi - scendendo i 180 scalini della strada detta “discesa Graziella”, incassati fra le alte pareti di tufo e ricoperti da vegetazione spontanea di agavi e fichi d’india – e sul suo arenile si aprono le grotte dei pescatori, rifugio delle imbarcazioni nei mesi invernali.
Luciana Francesca Rebonato
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