San Vito lo Capo, regina d’Italia

Scritto da Luciana Francesca Rebonato. Postato in Destinazione Italia

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Adagiata su una lingua di terra che si protende nel mare come una falce è Trapani mentre una mezzaluna sembra il disegno del Golfo di Castellammare. Tra le due coreografie della natura spicca San Vito lo Capo, fiore all’occhiello del mare siciliano, con una spiaggia che si è aggiudicata la medaglia d’oro nel 2011 in quanto eletta “migliore spiaggia italiana”. San Vito lo Capo ha sbaragliato centinaia di “concorrenti” anche in Europa, posizionandosi all’ottavo posto nella classifica dei lidi paradisiaci.


Un litorale da leggenda - come è giusto che sia in onore alla regione che la accoglie, la Sicilia, l’isola del mito - con due chilometri di sabbia bianchissima e inserita in una costa di aspra bellezza che cede il passo a una scogliera a picco sul mare, ornata da palme nane e dalla sensualità della vegetazione mediterranea. Ancora emozioni e sensazioni quando si cattura con lo sguardo il Mediterraneo, le cui acque qui giocano con le sfumature turchesi e verde smeraldo. Bianco, invece, è il faro della destinazione, situato sulla punta di Capo San Vito, attivo dal 1859 e che svetta oltre le piccole abitazioni di questo tipico borgo mediterraneo, la cui “struttura” – che si snoda in un dedalo di vicoli di con case basse - ha risentito fortemente dell’influsso spagnolo e arabo. Non a caso  San Vito lo Capo è annualmente protagonista de “Il Cous Cous Fest”, il festival internazionale dell’integrazione culturale che alimenta in un’atmosfera briosa il corpo e la mente.

Una festa dei sensi, quella che regala San Vito Lo Capo, importante centro marinaro già in epoca romana - come testimoniano i resti di vasche per la pescicoltura, rimasti presso la tonnara – sul cui territorio è compresa la parte più occidentale della Riserva Naturale dello Zingaro, la prima area protetta istituita in Sicilia, rifugio anche della rara aquila di Bonelli così come di altre quaranta specie di uccelli e di settecento varietà di piante mediterranee

 

Piante di carrubo e macchie di euforbia rivestono i fianchi delle colline mentre baie appartate si prestano ad attività sportive all’insegna di Nettuno e dedicate a tutti gli amanti del mare. Nella Riserva dello Zingaro sono importanti anche le tracce lasciate dall’uomo come la torre dell’Impiso – secentesco avamposto d’avvistamento spagnolo – o la grotta dell’Uzzo – fra le più importanti del Mesolitico per i suoi graffiti e per i suoi reperti -, raggiungibile via mare da San Vito lo Capo o da Scopello, piccolo borgo costruito intorno a un baglio, costruzione rurale siciliana cinta da mura e formata da edifici che si aprono su un ampio cortile interno. Da non perdere sono anche le Grotte di S.Vito, cinque in tutto, tre delle quali vantano incisioni del Paleolitico superiore. Davvero una destinazione top, San Vito Lo Capo.

Luciana Francesca Rebonato
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