Madagascar, il mare dei Vezo

Scritto da Luciana Francesca Rebonato. Postato in Destinazione Mondo


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Mare cristallino
con un cuore verde, una miriade di popoli e altrettante lingue, un respiro di spezie, una distesa di foreste, di pietre e di sabbia, di lemuri e di balene. È il Madagascar, dove vivono i Vezo, i pescatori nomadi che venerano e il mare e lo proteggono da chi lo vuole offendere.


 Una destinazione inafferrabile e imprevedibile, con la natura e i suoi quattro elementi: aria, acqua, terra e fuoco. È un Paese nel quale lasciarci il cuore, il Madagascar, da vivere anche e soprattutto al mare, a iniziare dallo spaccato settentrionale, dove spicca Nosy Be, che deve il suo sopranome di “isola dei profumi” alle piantagioni di ylang ylang e di spezie che sprigionano fragranze inebrianti nell’aria. Sono ben duecento i chilometri di costa di Nosy Be, che vanta alcune delle più belle spiagge del Madagascar, accarezzate dalle acque turchesi.

Nell’entroterra, invece si possono esplorare i laghi verde smeraldo che occupano vecchi crateri mentre all’orizzonte lo sguardo può spaziare su una moltitudine di isolotti paradisiaci. E a proposito di isole, nel Madagascar Orientale spicca l’Ile Sainte Marie, isola dalla forma sottile e allungata che si estende al largo di Soanierana Ivongo insieme ad altri sette isolotti, raggruppati per la maggior parte sul lato meridionale, dai nomi che rievocano mari lontani. L’Ile Sainte Marie è una meta molto gettonata dai viaggiatori che amano rilassarsi al sole sulla sua spiaggia spettacolare anche se l’isola offre molto anche a coloro che preferiscono qualcosa di più dinamico: le zone interne sono ideali per passeggiate e giri in bicicletta o in moto, mentre il mare è perfetto per praticare un’infinità di sport acquatici. E sempre a proposito di acqua, Sainte Marie è considerata anche “l’isola delle balene”, che non esitano a percorrere cinquemila chilometri - partendo dall’Antartide - per ritrovarsi da luglio a settembre in queste acque.

Nel Madagascar meridionale i riflettori sono invece puntati su Toliara, la “città bianca”, così chiamata dai suoi abitanti per il colore degli edifici che abbaglia e illumina la località. In quest’area il paesaggio è estremamente eterogeneo, un mosaico di vaste dune di sabbia che seguono il profilo della costa, con pianure, spiagge e mare che si alternano ai vicoli della città. Molto ambìta è anche Tolagnaro, con un taglio costiero eccezionale: spiagge di sabbia finissima, un mare animato da una moltitudine di pesci e condizioni atmosferiche propizie alla pratica di sport acquatici, soprattutto surf. A questo, inoltre, si aggiunge un entroterra la cui diversità va dall’ambiente lussureggiante - caratteristico dell’est - al semi-arido della parte continentale.

Nel Madagascar occidentale si trova invece Mahajanga, la seconda città portuale della destinazione, situata alla foce del Betsiboka. Un tripudio di spiagge di sabbia bianca, a nord e a sud della città, con un lungomare ricco di palme, bouganville e baobab, una “città dei fiori” dalla marcata influenza indo-araba che ha lasciato il segno sulla sua architettura, dominata da dimore cubiche e porte lavorate. Da esplorare, infine, è la regione del Morondava, che deve il suo nome ai sedimenti lateritici caricati dai fiumi Mangoky e Manambolo. Morondava è una cittadina di mare, un pugno di strade sabbiose e case di legno ed è anche un ottimo punto di partenza per una visita al Parc National des Tsingy de Bemaraha. All’estremità meridionale di Morondava si distendono le paludi di mangrovie, tutte da esplorare, anche in piroga.

Luciana Francesca Rebonato
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