Malesia, il ruggito del mare

Scritto da Luciana Francesca Rebonato. Postato in Destinazione Mondo

malesia-700-350





Scenari alla Salgari, le foreste tropicali del Borneo e il mare. Quello dal quale emergono centinaia di isole con spiagge di sabbia bianca, palme e alberi di causarina. Nei fondali, un universo da scoprire. E’ la Malesia, da scoprire in ogni stagione dell’anno, con un piccolo accorgimento: da fine novembre a fine febbraio è preferibile scegliere la costa occidentale. Solo la costa orientale, infatti, in questo periodo, è interessata dai monsoni. E sulla costa orientale malese è tutto un susseguirsi di meraviglie naturali.


Ogni Pulau – parola che tradotta dal malese in italiano significa “isola” - è un microcosmo a sé, come Pulau Tioman:  la più grande di un gruppo di 64 isole vulcaniche, con fondali trasparenti e sabbia finissima che la annoverano fra le 10 isole più belle del mondo. Il suo fascino è noto dalla notte dei tempi, come narra la leggenda della principessa-drago Tioman, la quale, in viaggio verso Singapore, pare sia rimasta così incantata dal luogo da volersi fermare e trasformarla in un’isola - l’isola di Tioman, appunto -, la cui forma ricorda quella di un drago addormentato. Non se l’è lasciata sfuggire nemmeno Hollywood, che ha reso celebre la destinazione ambientandovi il film “South Pacific”. Difficile, infatti, non rimanere incantati dall’atmosfera che si respira lungo le sue spiagge “immacolate” mentre i fondali vantano punti di immersione dove la visibilità è addirittura di 33 metri e la temperatura dell’acqua è di 28 gradi centigradi tutto l’anno.
Uno dei posti migliori dell'isola è la spiaggia di Salang: a pochi passi dalla riva ci si trova in un giardino di coralli, anemoni di mare, pesci cardinali e pesci damigella che aspettano subacquei e scuba driver. Per le immersioni e per lo scuba diving sono perfette Pulau Tulai e Pulau Reng, Pulau Chebeh è famosa per le grotte sommerse, mentre al largo delle isole di Pulau Sepoi e Pulau Labas si trova una bellissima barriera corallina.

Passiamo ora a Pulau Redang e alle altre otto isole che formano il Pulau Redang Marine Park, il regno di Nettuno dedicato ai subacquei: coralli, paesaggi sommersi e anche due navi sui fondali. Le circostanti isole di Ekor Tebu, Ling, Pinang, Bidong, Lang Tengah e Lima sono meno famose ma ugualmente “autentiche”, con acque e spiagge incontaminate. Non è da meno Pulau Perhentian, ammantata dalla giungla e con filari di palme sulle spiagge che prospettano un mare ricco di giardini di coralli. Pulau Perhentian è senz’altro un paradiso per gli amanti del binomio “mare-relax” ma non mancano attività sportive, dallo snorkeling alle immersioni passando per il windsurf, la vela, il canottaggio e la pesca in profondità. Pulau Perhentian comprende anche le isole di Perhentian Besar e Perhentian Kecil, separate da uno stretto che si percorre in dieci minuti. La prima propone un’atmosfera tranquilla e rilassata, la seconda è indicata agli amanti dell’avventura. Acque smeraldine a Pulau Kapas, che sulla costa orientale sfoggia spiagge bianchissime, al contrario di quella occidentale che è rocciosa ed esposta alle correnti. Da conoscere è sicuramente anche l’Arcipelago di Seribuat, le cui nove isole – la maggiore è Pemanggil - formano il Parco Marino dello Johor. I fondali più belli? Alle isole di Dayang e di Aur – con il raro pesce marlin e il pesce vela -  famose anche per  la barriera corallina, detta dei “pinnacoli”, dove non è raro imbattersi in squali di scogliera e in barracuda. Dalla costa di levante si passa alla costa occidentale malese, capitanata dall’arcipelago di Pulau Langkawi, un centinaio di isole di cui solo quattro abitate: Pulau Langkawi – la maggiore, che origina il nome dell’arcipelago -, Pulau Dayang Bunting, Pulau Singa e Pulau Tuba. Sabbia abbagliante e acque cristalline che virano al verde attirano qui gli amanti del mare, che con uno scooter possono scoprire al meglio le bellezze di Langkawi come Pantai Pasi Hitam, ovvero la spiaggia zebrata, striata com’è di sabbia nera e Cenang, la spiaggia più popolare di Langkawi, dove per uno scherzo della marea si può addirittura “camminare sull’acqua”! Animale-simbolo dell’isola sono le aquile pescatrici, da ammirare in occasione dei numerosi “eagle feeling tour” sotto lo sguardo vigile delle guide locali.
Meritano sicuramente una tappa le piccole isole Pulau Dayang Buntin - l’isola della fanciulla incinta - e Pulau Payar, dichiarata parco naturale, perfetta per le immersioni con l'acqua alla temperatura costante di 31 gradi centigradi. Ancora in viaggio, ci si dirige a un’isola piccola per dimensioni - otto chilometri quadrati di superficie - ma grande per il suo promuovere emozioni –, Pulau Pangkor, dalle spettacolari spiagge come Pasir Bogak, Teluk Nipah e Teluk Ketapang, soprannominata la “Baia delle Tartarughe” perché è sito annuale - tra maggio e luglio – della deposizione delle uova. Dalle tartarughe alle acciughe: Pangkor è la capitale degli ikan bilis, le acciughe, e sono imperdibili – sulla costa orientale – i tradizionali villaggi di pescatori.

Ad alto potere emozionale sono le isole del Borneo malese, straordinarie per le immersioni:  la visibilità in acqua è notevole e la prossimità con il Mar Cinese Meridionale e il Mare di Celebes origina una variegata e interessante vita marina. Alcuni esempi? Pulau Mataking, incastonata nelle acque turchesi del Mar di Celebes, oppure Pulau Tiga National Park - Pulau Tiga, l’isola maggiore, è stata scenario del reality show televisivo “Survivor” – o ancora le cinque isole del parco marino di Tunku Abdul Rahman nel quale spicca Pulau Gaya, la più grande, rivestita da un’intatta foresta tropicale, seguita a ruota da Pulau Sapi, Pulau Mamutik e la più piccola, Pulau Sulug, tutte con coloratissime e abbondanti varietà di pesci tropicali da ammirare anche semplicemente sporgendosi dai moli.


Circondata dal Mar Cinese Meridionale è la minuscola Pulau Layang Layang, atollo corallino che sta conquistandosi fama fra i subacquei in virtù dei suoi fondali che si trovano a due chilometri di profondità e con una visibilità fino a 55 metri. E fra le migliori destinazioni subacquee al mondo è annoverata Pulau Sipadan, l’unica isola oceanica della Malesia, dai fondali molto profondi anche a distanza ravvicinata dalla spiaggia – a otto metri dalla terraferma l’oceano precipita per oltre seicento metri - e per preservare il delicato ambiente delle barriere coralline Sipadan stata dichiarata parco marino – nel 2005 – e vi si può andare in giornata senza pernottarvi, soluzione che è possibile, invece, alle vicine isole Mabul e Kapalai, nelle quali fare immersioni fra detriti di corallo alla ricerca di macro-animali. Si tratta di habitat marini fra i più ricchi del pianeta, con tremila specie di pesci e centinaia di coralli, non a caso particolarmente prediletti ed esplorati da Jacques Cousteau. All’interno del Parco Marino di Tun Sarakan spicca Pom Pom Island, dalla rigogliosa vegetazione e con aree coralline fra le più ricche al mondo, perfetta per nuotare, praticare snorkeling oppure partire alla ricerca di altre isole a bordo delle imbarcazioni locali. E a proposito di altre isole, Labuan, di salgariana memoria, che fine ha fatto? E’ nel nord del Bruni e nelle sue acque vi sono numerosi relitti di navi, il che la rende particolarmente interessante per i ricercatori worldwide. Quanto a Mompracem, infine, sulle odierne carte nautiche non esiste un'isola con questo nome, presente invece nelle carte nautiche di fine Ottocento. Le stesse da cui probabilmente Emilio Salgari ha attinto ispirazione.

Luciana Francesca Rebonato
Web Content Manager
Tutti i diritti sono riservati

 









Booking.com


Articoli Correlati