Bermuda, isola o arcipelago?

Scritto da Luciana Francesca Rebonato. Postato in Destinazione Mondo

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Si declinano al singolare femminile ma si presentano al “plurale”. E’ Bermuda, sette isole collegate fra loro da ponti, così vicine da sembrarne una sola e a forma di amo da pesca. Nelle onde, le pennellate di colore turchese e acquamarina si stemperano, dissolvendosi, nei vividi colori di un vero e proprio tesoro faunistico.


Sono circa seicento, coloratissime specie che popolano il mare di Bermuda alle quali si affiancano grotte, relitti di navi e golene, un invito al quale è difficile rinunciare, soprattutto se si è appassionati di immersioni, windsurf e sci nautico.
Senza dimenticare pesca d’altura, nuoto con i delfini, kayak e vela. Quanto alle spiagge, Bermuda vanta le spiagge “più technicolor” di tutto l’oceano Atlantico, con straordinarie sfumature di colore che variano dal rosa pallido al malva e giungono al bianco-latte.
Vediamone alcune, a iniziare dalla costa sud – con la maggiore concentrazione di spiagge con sabbia rosa - che vede spiccare Elbow Beach, fra le maggiori e più affascinanti di Bermuda, che declina in una curva dolce simile a un gomito, da cui deriva il suo nome. È situata a Paget Parish, è molto vicina alla città di Hamilton ed è perfetta per lo snorkeling. Lunga, ampia e sempre sulla costa sud è Horseshoe Bay, una lingua di sabbia rosa nell’area di Southampton Parish, fra le più belle spiagge del mondo. Per gli appassionati di snorkelling la meta è Warwick Long Bay: oltre mezzo miglio di spiaggia nel Warwick Parish, è fra le spiagge più “riparate” così come – sempre nel Warwick Parish – appartata e circondata da ripide scogliere è Jobson’s Cove, piccola e splendida.

Sulla costa nord orientale si trova un eccellente esempio di quella che è l’intensa vita marina di Bermuda: è la spiaggia Tobacco Bay, situata a St. George’s Parish. Intrigante è la barriera corallina di Bermuda, che non è di origine vulcanica, bensì il risultato della polverizzazione di resti di coralli, conchiglie, invertebrati e molluschi.  Il colore rosso deriva dalla presenza di specie unicellulari presenti copiosamente nella  parte inferiore della barriera corallina e che, concluso il loro ciclo di vita, precipitano sul fondo dell’Oceano. Il moto ondoso erode questi residui che si mescolano facilmente con gusci di lumache, conchiglie e ricci di mare sul fondo marino. E a proposito di meraviglie naturali, è d’obbligo citare lo scintillio dei “sea glass” di Bermuda, un variopinto tesoro composto da frammenti di vetro che il mare protegge, trasforma e poi ridona alla terraferma dopo un lungo processo di “levigazione e lucidatura” da parte del moto ondoso. Il risultato? Spiagge con piccole gemme dai colori più brillanti con bagliori di verde, marrone, bianco e - più raramente – rosso e blu. Con la bassa marea è più facile individuarle, soprattutto sulle spiagge di Black Bay Beach - nord-ovest -, Building Bay e Alexandra Battery & Beach, entrambe situate sulla punta nord orientale.

La parola “stress” è sconosciuta, a Bermuda - così british da mantenere la guida a sinistra -, punteggiata da case vittoriane con impeccabili prati all’inglese. Un dipartimento d’oltremare britannico fiero di esserlo – i mitici calzoni Bermuda, peraltro, non sono nati qui ma a Londra, e furono i marinai della Royal Navy i primi a indossarli - con la passione per il golf e la nautica. Bermuda, infatti, è il punto di arrivo della maggior parte delle competizioni che partono dagli Stati Uniti, fra le quali la Newport - Bemuda Ocean Yacht Race, la Marion to Bermuda Race e la Bermuda Ocean Race.  Fra gli eventi glamour in calendario spicca a Hamilton la tradizionale King Edward VII Gold Cup, mentre in alto mare via libera alla pesca d’altura. Durante l’alta stagione di pesca è possibile pescare pesci wahoo - specie endemica -, marlin blu e bianchi, rainbow runner, barracuda e squali. Agli appassionati di storia marina, Bermuda regala nientemeno che oltre quattrocento relitti disseminati sui fondali, alcuni risalenti al quindicesimo secolo.
Se i relitti avvincono negli abissi sulla terraferma svettano al cielo i due imponenti fari: Gibb’s Hill, - del 1846 e tuttora in funzione con una portata di 25 miglia -, uno dei più antichi fari di forma conica al mondo costruito con la ghisa, 35 metri di altezza cui si aggiungono i 74 metri della collina sulla quale è posto, per cui la sua altezza totale raggiunge i 110 metri sul livello del mare. Sempre ottocentesco è il secondo faro - non visitabile -, costruito in pietra di Bermuda.

Luciana Francesca Rebonato
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