Portorose e Pirano, effetto riviera

Scritto da Luciana Francesca Rebonato. Postato in Destinazione Europa

Pirano - la punta archivio STO foto Trnkoczy - piccola slovenia-700-350





Si snoda per circa cinquanta chilometri, la costa slovena, sulla quale il vento alimenta il surf, la vela e la nautica. E le emozioni, soprattutto a Portorose e a Pirano.


Portorose è oggi la star fra le località costiere slovene mentre nell’Ottocento, grazie alle conclamate proprietà delle sue acque - e dei fanghi estratti dalle vicine saline –, ha iniziato la sua ascesa nell’Olimpo dei centri termali, al giorno d’oggi in versione wellness. La sua modernissima Marina è approntata per accogliere un migliaio di imbarcazioni e dalla città si salpa a vele spiegate alla scoperta delle mille isole dell’Adriatico mentre la sua offerta nel contesto dello sport la consacra centro sportivo di richiamo internazionale.
Obala è il suo lungomare e dall’acqua marina al sale il passo è breve e consente una pluralità di percorsi alla scoperta delle tradizioni e delle peculiarità locali, a iniziare dalle celebri saline di Sicciole, ora trasformate nel Parco regionale delle saline di Sicciole. Approfondiscono l’excursus sull’attività tipica della località un piccolo Museo etnografico allestito in una casa “dei salinari” e gli antichi magazzini del sale, straordinarie costruzioni a un piano con muri dello spessore di alcuni metri espressamente concepiti per mantenere al loro interno la temperatura costante.

E a proposito di “caldo”, la leggenda vuole che nella punta della città di Pirano e all’epoca della colonizzazione greca venissero accesi fuochi per orientare le navi in difficoltà. Da qui il nome della località che si ritiene derivi dal greco pyr, che significa fuoco. Porto di pescatori dalla cospicua flotta di pescherecci, medievale, punteggiata da palazzi rinascimentali e barocchi e caratterizzata da vicoli che rincorrendosi nel centro storico culminano nel piazzale del Duomo, Pirano ha regnato per secoli sul golfo omonimo e le saline le hanno conferito potere e ricchezza. Nella piazza principale un tempo si trovava un mandracchio, un porto peschereccio interrato nel 1894.


Ancora acqua in piazza Maja nella quale emerge la grande cisterna barocca, costruita nel 1776 per l’approvvigionamento idrico della città – le due statue poste ai lati dell’estremità superiore della gradinata rappresentano la legge e la giustizia – e nel Museo del Mare, ospitato in un palazzo neoclassico. Articolato in più collezioni, vanta un’avvincente sezione con documenti, modelli di imbarcazioni e arredi che testimoniano - dal XIV secolo alla metà del Novecento -  il passato marittimo sloveno.


Luciana Francesca Rebonato
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