Dubrovnik e la sua contea, riviera da vivere

Scritto da Luciana Francesca Rebonato. Postato in Destinazione Europa

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Dubrovnik è l’ultimo punto riparato della costa dalmata e vi si respirano la malia degli eremi e il fermento degli empori: dentro all’anello di mura titaniche che fasciano la città sembra di trovarsi in una fortezza che la natura e la storia sospingono nell’acqua. La bellezza densa del passato può soggiogare e basta poco per immaginare la flotta di cinquecento navi di questa repubblica marinara che non solo ha tenuto testa alla Serenissima ma ha anche saputo mercanteggiare con i turchi. L’antica Ragusa è un museo all’aria aperta - dal 1979 sotto l’egida dell’Unesco - dove domina il bianco della pietra di cui è lastricata la Placa - il lungo stradone detto anche Stradun -, che divide a metà il centro storico ed è da secoli la via principale di Dubrovnik.


Per capire l’anima della destinazione si può iniziare dalla cerchia di mura che per secoli ha racchiuso e difeso la città: uno spettacolare sistema fortificato fra i meglio conservati di tutto il Mediterraneo, lungo quasi due chilometri e con un altezza che in alcuni punti sfiora i 25 metri, eretto a partire dal X secolo. Un viaggio a ritroso nel tempo percorribile a piedi durante un “cammino di ronda”, mentre lo sguardo cattura al contempo il nucleo antico e l’Adriatico nel quale si stagliano le isole di Dubrovnik, a iniziare dalla minuscola Lokrum, riserva naturale dal 1963, dalla vegetazione subtropicale e con un laghetto salato. Oltre la natura, anche un Museo di Scienze Naturali - allestito in un’antica abbazia benedettina – e, in posizione panoramica, il Fort Royal, bastia a forma di stella costruita dai francesi nel 1808.

In mare aperto, invece, si delinea la selvaggia isola di Lastovo (Làgosta) che vanta un susseguirsi di insenature animate da un mare pescoso. Intorno, affiorano quaranta isolette che compongono il suo arcipelago, uno dei dieci giardini del Mediterraneo protetti dal WWF. Lastovo ammmicca alla dirimpettaia Korcula, ricca di baie e di vigneti che rincorrendosi in un vivace saliscendi regalano degustazioni di Plavac, Posip e Grk nelle cantine locali. Da non perdere è Mljet, un cocktail di acque color smeraldo, spiagge di sabbia bianca, borghi di pescatori e rinomate riserve di aragoste. Anche la riviera di Dubrovnik sfodera le sue carte vincenti a iniziare da sud e da Cavtat, immersa in giardini fioriti che sembrano contenere a fatica l’esuberanza di agave, bounganville, cactus e aranci, orlata da lunghe spiagge e impreziosita da edifici storici.

Sulla costa a nord di Dubrovnik, invece, in direzione di Spalato, si trova innanzi tutto Orasac, remoto villaggio con resti di un castello del XVI secolo, seguito da Trsteno, la cui principale attrattiva risiede nell’arboretum di quasi tre ettari con alberi esotici – alcuni molto rari – provenienti da tutto il mondo. Poco distante da Slano, un unicum di mare e chiesette, si staglia la penisola di Sabbioncello (Peljesac): la strada che entra nell’istmo taglia la selva e poi, dopo alcuni tornanti, giunge nel paesaggio fermo di Ston (Stagno), dalle acque color indaco. Le pareti del colle Sv Mihajlo che si profila all’orizzonte sono disegnate da fortezze e dalla linea sottile delle lunghe mura difensive mentre il borgo, formato da due villaggi fortificati, si trova in un’area ancora rigata dalle saline.
Si prosegue alla volta di Mali Ston, che regala alla penisola la meritata fama di mecca enogastronomica per i suoi allevamenti di ostriche e crostacei - in voga dai tempi dei Romani – da accostare agli autoctoni Postup e Dingac, fra i più pregiati vini croati. Per gli amanti del mare la spiaggia cui fare riferimento è quella di Orebic: quasi due chilometri di sabbia bianca ombreggiata da pinete e, a lambire la costa, profonde acque cristalline.


Luciana Francesca Rebonato
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