Azzorre, a ritmo di fado
“Il mare per gli açorenhos è come la strada per chi vive sul continente, si esce e si va, non importa dove”. Parole di Manuel Ferréira, uno dei più prolifici scrittori delle Azzorre, fra gli inquieti scrittori dell’Atlantico, che riassume l’indole dell’arcipelago e dei suoi abitanti anche con “Siamo come un navigatore che va avanti e non trova il punto d’arrivo. Nelle Azzorre poesia e romanzo esprimono [… ] una ricerca di qualcosa che è impossibile raggiungere”.
E non potrebbe essere altrimenti: siamo in Portogallo, destinazione di contrasti, intrisa di saudade e di infinite salite e precipitose discese dell’animo.
Le nove isole che compongono l’arcipelago delle Azzorre si trovano quasi a metà strada tra l’Europa e l’America – dalla prima distano circa 1.500 chilometri, dalla seconda 1.900 – e sono di origine vulcanica. I loro nomi? São Miguel, Santa Maria, Terceira, Graciosa, São Jorge, Pico, Faial, Flores e Corvo.
Se São Miguel è la maggiore e per la sua rigogliosa vegetazione ed è chiamata “isola verde”, Corvo è quella più piccola ed è sprovvista di aeroporto e di porto a causa delle scogliere a picco sul mare: i battelli – frequenti – attraccano in una rada vicino a Rosario. Faial è la più famosa delle Azzorre, è l’isola degli skipper, uno dei ritrovi internazionali per gli amanti della vela: nel porto di Horta attraccano centinaia di yacht provenienti da metà mondo ed è da vedere anche per i disegni che campeggiano sulle pareti del frangiflutti, realizzati dai lupi di mare transitati nel porto.
Di indole cosmopolita, Faial è il punto di partenza ideale per escursioni di whalewatching anche se il primato se lo aggiudica Pico, addirittura il miglior indirizzo europeo per l’avvistamento dei cetacei - sino al 1984, invece, l’isola è stata per secoli la base “baleniera” delle Azzorre – con tanto di capodogli. Da maggio a settembre si parte a bordo di imbarcazioni con i vecchi balenieri che condividono le loro conoscenze marinare con gli amanti del mare e l’avvistamento dei dorsi incurvati fra le onde è assicurato, se si considera che annualmente si palesano sino a 500 esemplari di diverse specie, fra le quali la famigerata orca, soprannominata “la balena assassina”. Anche all’isola di Santa Maria si vive di mare e sul mare, nel quale spicca un gruppo di scogli popolati da uccelli marini – a circa una trentina di chilometri da Santa Maria -, che diventa scenario per escursioni all’insegna del birdwatching. Si veleggia a tutta Unesco, invece, nell’isola di Terceira e nella località Angra Do Heroismo, il cui centro storico è un gioiello barocco, mentre è una perla preziosa il borgo marittimo fortificato di Praia da Vitória con chiesa e municipio manuelini che prospettano la spiaggia.
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Mulini a vento e sorgenti sottomarine che alimentano le Termas de Carapacho contraddistinguono l’isola Graciosa, mentre le attrattive principali di Flores sono le cascate, le sorgenti calde e laghi di origine vulcanica, il tutto in una profusione di ortensie. L’isola più selvaggia dell’arcipelago, infine, è São Jorge, con coste impervie, scogliere di basalto rossastre e baie che si aprono inaspettate fra le scarpate. Da non perdere la scoperta della grotta marina caldeira do Santo Cristo in cui vengono coltivate prelibate vongole.
Luciana Francesca Rebonato
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