Parco dell'Arcipelago toscano
Il Parco dell’Arcipelago toscano, istituito nel 1996, vanta fondali di straordinaria bellezza con una notevole varietà di pesci, molluschi, crostacei e mammiferi marini.
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La diversità biologica è dovuta alla molteplicità di habitat presenti: si va dalle coste calcaree dell’isola di Giannutri alle falesie granitiche del Giglio e di Montecristo, dalle rocce vulcaniche di Capraia alla varietà di spiagge dell’isola d’Elba. La prima fascia di mare, dove le rocce sono coperte da alghe come il “Penicillus capitatus”, conosciuto più comunemente come il “pennello da barba di Nettuno” - specie esclusiva dell’Arcipelago -, è abitata da ricci e stelle di mare, polpi e orecchie di mare insieme allo spirografo “Sabella spallanzani”.
Vicino alle rocce, invece, nuotano diverse specie di pesci come la donzella comune “Coris julis” e la pavonina “Thalassoma pavo”, il sarago fasciato “Diplodus vulgaris” - che si distingue dalle altre specie di saraghi per la presenza di una vistosa banda nera vicino alla testa -, la castagnola “Chromis chromis” e la triglia di scoglio “Mullus surmuletus”.
I fondali sabbiosi sono ricoperti da estese praterie di “Posidonia oceanica” che rappresentano il polmone verde dell’ecosistema marino del Mediterraneo. Anche qui troviamo numerose specie di pesci come la salpa e la boga. Nel Parco è in netta ripresa la diffusione della “Pinna nobilis”, il più grande mollusco bivalve presente nel Mediterraneo. Può raggiungere i 20 anni di età e il metro di altezza.
Ancorato alle foglie nastriformi della Posidonia si può incontrare anche una specie di cavalluccio marino, l’“Hippocampus guttulatus”. Questa specie, quasi sempre di colore giallo, ha la particolarità di presentare sulla testa e sul corpo numerose escrescenze appuntite formate dall’esoscheletro. Chi ha la possibilità d’immergersi nei fondali dell’Arcipelago può vivere una della più belle e indimenticabili esperienze: ammirare il rosso, il giallo e l’azzurro del coralligeno, una biocenosi di organismi calcarei animali e vegetali ancorati a un substrato solido.
Tra i 25 ed i 200 metri di profondità - dove si concentra la maggior parte della vita sottomarina - si possono ammirare pareti coperte di alghe e spugne colorate e di gorgonie come la “Funicella cavolinii”. Nelle fessure fra le rocce si rintanano le aragoste della specie “Palinurus elephas”, le murene della specie “Murena helena” e le cernie brune, “Epinephelus marginatus”.
Se si ha la pazienza di aspettare non mancano le sorprese, per esempio l’avvistamento della balenottera “Balaenoptera physalus” e del capodoglio “Physeter macrocephalus”, il più grande animale vivente munito di denti. Un elemento essenziale per riconoscere la balenottera comune a distanza ravvicinata è la colorazione asimmetrica della testa: bianca a destra, grigia a sinistra. Questi cetacei frequentano le acque del Parco durante tutto l’anno, ma gli avvistamenti sono più numerosi nelle stagioni intermedie: un buon motivo, quindi, per visitare l’Arcipelago non solo in estate ma anche in primavera e in autunno.
Elena Cozzi
Naturalista
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